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Aus Sopra il monumento di Dante von Leopardi: Perché le nostre genti a pace sotto le bianche ali raccolga, B non fien da’ lacci sciolte c dell’antico sopor l’itale menti A s’ai patrii esempi della prisca etade D questa terra fatal non si rivolga. B O Italia, a cor ti stia e far ai passati onor; che d’altrattali F oggi vedove son le tue contrade, D né v’è chi d’onorar ti si convegna. G Volgiti indietro, e guarda, o patria mia, E quella schiera infinita d’immortali, F e piangi e di te stessa ti disdesgna; G che senza sdegno omai la doglia è stolta: H volgiti e ti vergogna e ti riscuoti, I e ti punga una volta h pensier degli avi nostri e de’ nepoti. I Aus A Silvia von Leopardi: Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi? [...] Aus Canto notturno di un pastore errante dell’Asia von Leopardi: Forse s’avess’io l’ale l Da volar su le nubi, a E noverar le stelle ad una ad una, B O come il tuono errar di giogo in giogo, C Più felice sarei, dolce mia greggia, D Più felice sarei, candida luna. B O forse erra dal vero, e Mirando all’altrui sorte, il mio pensiero: E Forse in qual forma, in quale l Stato che sia, dentro covile o cuna, B È funesto a chi nasce il dì natale. L |
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BIGI E. (1994), La metrica dei "Canti", in AA.VV. Lingua e stile di Giacomo Leopardi, Atti dell'VIII Convegno internazionale di studi leopardiani (Recanati, 30 settembre-5 ottobre 1991), Olschki, Firenze, pp. 277-322. CARDUCCI G. (1942), Dello svolgimento dell'ode in Italia (1902), in Opere, Edizione Nazionale, vol. XV, Zanichelli, Bologna, pp. 1-81. |