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Petrarca, RVF 54
Perch’al viso d’Amor portava insegna, Et lei seguendo su per l’erbe verdi, Allor mi strinsi a l’ombra d’un bel faggio, vidi assai periglioso il mio viaggio; A C E E Prima terzina Seconda terzina Prima terzina Seconda terzina FRANCESCO PETRARCA: Canzoniere. Hg. von Marco Santagata. Milano: Mondadori, 1996, S. 288-293. |
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“Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono” è il primo A livello semantico sono rintracciabili diverse isotopie. Centrale è quella del dolore patito dall’io lirico che costituisce, come detto, anche l’oggetto stesso della poesia: “sospiri”, “errore”, “piango”, “dolore”. Fondamentale è anche il tema della speranza e della voglia di riscatto da parte del poeta, che seguono al riconoscimento dell’errore commesso in gioventù. A tal proposito troviamo il gruppo semantico: “speranze”, “spero”, “pietà”, “perdono”. A questi gruppi semantici che connotano in modo inequivocabile il tono delle prime due quartine segue il tema del pentimento, descritto nelle ultime due terzine del sonetto: “favola fui”, “mi vergogno”, “vaneggiar”, “pentersi”, “breve sogno”. Si potrebbe a questo punto avanzare addirittura l’ipotesi che il dualismo insito nell’io lirico, diviso fra amore terreno per Laura e il sentimento religioso (a sua volta espresso dalle isotopie: “piango et ragiono, “vane speranze e ‘l van dolore“), conduca al suo pentimento. L’aggettivo “sparse” connota in questo contesto anche la struttura interna dell’io lirico, dilaniato dall’errore che lo ha allontanato da Dio, ed è inoltre ricollegabile alla prima terzina del sonetto LXI del Canzoniere: “chiamando il nome de mia donna ò sparte”. In entrambi i casi l’aggettivo "sparse" crea un collegamento fra il dolore amoroso dell’io lirico e la sua interiorità divisa. Come accennato in precedenza, la divisione del componimento poetico in due quartine e in due terzine, tipica della struttura del sonetto, rispecchia una divisione tematica fra dolore e pentimento dell’io lirico. Essendo il sonetto un componimento isometrico, i versi sono tutti endecasillabi e presentano uno schema metrico del tipo: ABBA, ABBA, CDE, CDE, “con assonanza di A con E, e imperfettamente con B, -ono, -ogno, -ore”[7]. Quest’ultima è, come sottolineato da Noyer-Weidner[8], di particolare importanza, se si pensa che unisce non solo le tradizionali parole core : amore : dolore ma anche e soprattutto “errore”. Per lo studioso tale parola costituirebbe addirittura il perno attorno al quale ruoterebbe l’intero componimento poetico. Un altro studioso come Martinelli[9] ne ha sottolineato la valenza semantica originale, non essendo secondo lui rapportabile all’idea di “colpa, fallo” quanto di “erranza”, ovvero di allontanamento da Dio. Dal punto di vista retorico sono presenti diverse figure. All’anacoluto iniziale seguono simmetrie e chiasmi che si ricollegano al dualismo tematico. Così troviamo nelle prime due quartine una struttura a chiasmo: mentre nella prima troviamo inizialmente l’invocazione “Voi che ascoltate” e poi la catena delle subordinate, nella seconda quartina lo schema viene rovesciato, poiché la catena delle subordinate precede, alla fine del verso, l’invocazione “spero trovar pietà, nonché perdono”. Nel secondo verso della seconda terzina troviamo invece un parallelismo: “le vane speranze e ‘l van dolore”. La coppia semantica “speranza” - “dolore” forma tuttavia una forma a chiasmo con la coppia “piango” – “ragione”, presente nel verso immediatamente precedente. Numerose sono le metafore: nella prima quartina il verbo “nutrire”, nella prima terzina il sostantivo “favola”, il quale forma con il verbo “fui” anche un’allitterazione e, infine, nell’ultima terzina troviamo ancora la parola “frutto” utilizzata metaforicamente. Oltre a quella appena ricordata, vi sono altre allitterazioni: quelle inizianti per V: “vario”, “vano”, “vaneggiar”, “vergogna”, e quella con iniziale M: “di me medesmo meco mi vergogno”, volta ad evidenziare dal punto di vista retorico il carattere penitenziale del sonetto. |
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P r i m ä r l i t e r a t u r PETRARCA, Francesco, Canzoniere, hg. von Marco Santagata, Mailand 1996. PETRARCA, Francesco, Canzoniere. Rerum vulgarium fragmenta, hg. von Rosanna Bettarini, Turin 2005. S e k u n d ä r l i t e r a t u rMARTINELLI, Bortolo, L’ordinamento morale del Canzoniere, in ebd., Petrarca e il Ventoso, Bergamo 1997, S. 217-300. NOYER-WEIDNER, Il sonetto I, in «Lectura Petrarce», IV (1984), S. 327-353. PICONE, Michelangelo, L’inizio della storia (RVF 1-10). in Il Canzoniere. Lettura micro e macrotestuale. hg. von Michelangelo Picone, Ravenna 2007, S. 25-51. RICO, Francisco, 'Rime sparse', 'Rerum vulgarium fragmenta'. Para el titulo y el primer soneto del 'Canzoniere', in «Medioevo romanzo», III (1976), S. 101-138. |